Monsignor Ernesto Togni

nato il 06.10.1926, ordinato vescovo il 17.09.1978, morto l'11.11.2022

Nato il 6 ottobre 1926 a Brione Verzasca compiva il cammino di preparazione agli Ordini Sacri nel Seminario San Carlo di Besso e alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, ricevendo l’ordinazione presbiterale per l’imposizione delle mani del Vescovo Angelo Jelmini il 7 maggio 1950 nel suo stesso villaggio nativo. Arricchiva quindi la sua formazione teologica sempre alla Gregoriana. Rientrato in Ticino, l’anno successivo, assumeva il compito di vicerettore e docente nel Seminario San Carlo, che allora accoglieva ginnasiali, liceali e teologi. Nell’ottobre 1957, all’apertura del Collegio Pio XII e Seminario minore di Breganzona, ne assumeva la direzione quale primo Rettore, trasferendosi in quell’incantevole residenza, dove ogni stagione aveva i suoi fiori, i suoi colori, il suo orizzonte di sogno e di incanto. Gli alunni di allora, oggi a loro volta in là con gli anni e alcuni divenuti preti, ricordano con affetto e riconoscenza il loro Rettore, il cui sguardo esprimeva la serenità del padre capace di leggere nel cuore dei suoi figli, cogliendone problemi, entusiasmi, difficoltà ed attese. Ricordano il maestro che sapeva insegnare e raccontare; ritrovano quei suoi messaggi calmi e ponderati, dove nessuna parola era vuota e sprecata. Rivedono la guida che, durante il mese estivo in quel di Prato Leventina, conduceva su talune vette vicine e talora persino sull’Adula, con passo preciso e regolare, da vero alpinista. Risentono i suoi messaggi e le sue omelie tanto vicine al cuore delle loro attese adolescenziali. Dimostrò grande attenzione e sensibilità lungo la strada formativa di ragazzi e giovani a lui affidati, introducendo un nuovo stile creativo ed aperto nella conduzione del Collegio-Seminario.

Lasciato il seminario nel settembre 1969, serviva le comunità di Tenero e Contra, dimostrandosi pastore vero, affabile e accogliente. Era il padre di tutti, partecipe sincero della gioia e della sofferenza della gente sentendola sua. Abbinava a questo servizio il compito di assistente scout all’interno di un movimento che sempre aveva sentito vicino.

Dalla parrocchia di Tenero, a lui tanto cara, passava alla guida della diocesi, quale successore di Mons. Giuseppe Martinoli. Veniva chiamato a questo compito da Paolo VI il 15 luglio 1978 con la consacrazione episcopale e l’entrata in possesso della diocesi il successivo 17 settembre. Indicava subito la strada che intendeva percorrere precisandola nel suo motto episcopale, che aveva il volto di un sorriso: “al servizio della vostra gioia”. Un impegno per portare luce, fiducia e speranza al cuore della gente, della sua gente, di tutto il Ticino. Dalla sua nuova strada di guida e pastore emergono talune tappe, quali altrettante pietre miliari, vissute in uno spirito di novità e di apertura. Ecco così il suo impegno missionario con il progetto di Barranquilla in Colombia, da lui aperto e incoraggiato; il suo viaggio fra gli emigranti di oltre oceano, come quello compiuto dal Vescovo Jelmini negli anni cinquanta, anche se gli emigranti incontrati dal Vescovo Ernesto erano già quelli della seconda o terza generazione, con il ricordo ormai sbiadito del lontano Ticino; il suo impegno per rendere operative le prospettive tracciate dal Sinodo 72, del quale era stato membro attivo e autorevole. Visse con trepidazione e gioia l’esperienza di accogliere a Lugano Giovanni Paolo II in visita alla Chiesa svizzera nel giugno 1984. Mentre già si avvertivano nella Chiesa, a livello particolare e universale, gli spiragli di una penetrante e insidiosa secolarizzazione, compiva il suo itinerario pastorale visitando le diverse parrocchie, nelle campagne, nelle valli, nei centri per favorire il recupero di quell’entusiasmo cristiano ricevuto quale preziosa eredità dai padri. Un Vescovo paterno e fraterno ad un tempo, che sapeva trasferire nel suo nuovo compito l’abbraccio pastorale proprio di un parroco. Inattese le sue dimissioni dalla cattedra episcopale, da lui certamente sofferte e decise dopo attenta riflessione e altrettanta preghiera. Venivano accettate dal Santo Padre il 21 giugno 1985 e comunicate alla diocesi il 24 successivo con la conseguente sua nomina ad Amministratore apostolico nell’attesa del nuovo Vescovo. Accompagnava le sue dimissioni con questo messaggio luminoso di fede, di speranza e di amore, ma anche di quella sofferenza che purifica, rendendo libero e limpido il cuore.

“Conforta me, nel congedo dalla mia Chiesa, la gioiosa speranza di chi mi accolse vescovo, la carità orante di chi mi seguì nel servizio, la fede sofferta di chi mi saluta partente. Mi conforta pure sapere di aver posto i miei passi, nella fatica, nei passi di un grande antico vescovo, Gregorio di Nazianzo, e poter ripetere oggi, senza commento, le sue stesse parole di congedo. Affido me e voi, riconoscente, a Gesù Cristo Grande Pastore, alla Sua e nostra Madre Maria, la Madonna delle Grazie, ai santi Carlo, Ambrogio, Abbondio, e beato Berno, ai vescovi, ai sacerdoti e ai cristiani defunti. Nel loro nome vi benedico. Fatemi spazio nella vostra preghiera. Grazie! A Dio!”.

Un anno ancora di impegno fino alla nomina del suo successore il Vescovo Eugenio Corecco che riceveva la consacrazione episcopale il 29 giugno 1986, nella festività dei Santi Pietro e Paolo. S’apriva per il Vescovo Ernesto una nuova strada, luminosa ancora di impegno e dedizione, arricchita dal silenzio e dalla sua presenza tanto generosa quanto discreta. Con coraggio e altrettanta fiducia viveva direttamente, lasciando il Ticino nell’aprile 1993, l’esperienza missionaria a Barranquilla, dentro il progetto da lui stesso voluto, realizzato e portato avanti. Rientrava nel 1996 risiedendo dapprima nella sua Brione Verzasca, quindi a Bellinzona, in seguito presso la Casa San Filippo Neri di Sonvico e infine alla Casa Cinque Fonti di San Nazzaro, dove nel silenzio e nella preghiera si preparava giorno dopo giorno all’incontro con il suo Signore, che tanto aveva amato, servito, annunciato.

Ricordava e aveva nel cuore i tanti volti da lui incontrati, amati, seguiti. Dagli alunni del Seminario maggiore a quelli di Lucino; dai collaboratori parrocchiali a quelli del suo servizio episcopale; dagli amici fraterni che gli sono stati vicini lungo gli anni, mentre anche per lui, come per tutti, Il tempo s’andava facendo sempre più breve. La sua tempra di vallerano verzaschese conosceva certamente anche la stanchezza e talora pure la nostalgia, sentendo la preziosità del passato quale vera sorgente di quella gioia che, nel suo servire, aveva cercato di donare in fedeltà al suo motto episcopale. Anche nel suo cuore, come in quello del vecchio Simeone nel tempio, sarà germogliata, semplice, vera e sublime, la preghiera dettata e alimentata dalla fede e dalla speranza: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace”.

I funerali, presieduti dal Vescovo emerito Mons. Pier Giacomo Grampa, si sono tenuti lunedì 14 novembre 2022 nella Cattedrale di San Lorenzo a Lugano e il corpo tumulato nella Cripta della Basilica del Sacro Cuore a Lugano, dove riposano i Vescovi defunti della Diocesi.

Gianni Ballabio


Lo stemma

Descrizione araldica

Inquartato: al I e IV partito d'azzurro e di rosso (colori del Cantone Ticini invertiti), alla graticola di San Lorenzo d'oro sul tutto; al II e III d'argento alla torre di rosso.

Lo stemma della Diocesi di Lugano, definitivamente stabilito nel I948 (Can. L. Dupont-Lachenal, in «Archivio Araldico Svizzero», I948, p. 33, e in «Monitore Ecclesiastico», I949, N. 1), riprende con brisura lo stemma cantonale -invertendo la posizione dei colori- sul quale è posto l'attributo di San Lorenzo, patrono della Cattedrale di Lugano e della Diocesi. La torre, simbolo della Chiesa, ricorda anche il castello che figura negli stemmi Togni ticinesi e nello stemma di Brione Verzasca, comune d'origine della famiglia del nuovo vescovo. Gli attributi esterni sono fissati da B.B. Heim, «Coutumes et Droit Héraldique de l'Église», Parigi, I949, e confermati dalle disposizioni emanate con motu proprio da Paolo VI.

Motto episcopale: Al servizio della vostra gioia

 

Omelie