Il Concilio Vaticano II (1962-1965) ha segnato profondamente la vita della Chiesa cattolica al suo interno ma anche nel suo rapporto con il mondo che stava per vivere i grandi sconvolgimenti del Sessantotto. L’inedita mostra indaga il periodo attorno al Concilio sotto l’angolazione del rinnovamento dell’arte liturgica sul territorio ticinese. Nella scia del convegno “Nobile semplicità. A 60 anni dalla Sacrosanctum Concilium” tenuto a Lugano nel settembre 2023, l’esposizione viene a rendere ulteriore ragione di un periodo fecondo e per certi versi irripetibile che ha visto una piccola diocesi attivamente coinvolta nel processo di riforma liturgica culminato nel Concilio e capace di offrire alla Chiesa universale un contributo originale che precorreva i tempi. Proprio nella nostra umile “terra di mezzo” si sono create in anticipo le condizioni per l’incontro e lo scambio tra le correnti teologiche-bibliche-liturgiche più aperte del nord e quelle più moderate e conservatrici della Chiesa romana: un segno importante fu il Terzo Convegno internazionale di studi liturgici tenuto proprio a Lugano il 14-18 settembre 1953, che affrontò il tema della partecipazione attiva dei fedeli alla Liturgia e l’uso della lingua del popolo al posto del latino e pose anche le basi per la riforma della Settimana Santa. Si volle che il Convegno iniziasse proprio con un’esposizione di arredi e paramenti liturgici innovativi tenuta nel Seminario di Lugano. Un avvenimento così importante come il Concilio non poteva non lasciare un’impronta di nobile e semplice bellezza anche nella progettazione di nuove chiese, nel rinnovo di arredi e spazi liturgici e dei vasi sacri utilizzati nella Liturgia. Proprio a questi ultimi è dedicata l’esposizione di Balerna.
L’idea della mostra e del catalogo che l’accompagna nasce così: per ricordare la serietà di quei momenti; per fare memoria della partecipazione delle nostre terre al Rinnovamento liturgico attraverso i Convegni internazionali di Lugano nel 1953 e Assisi nel 1956; per celebrare i 60 anni del Concilio Ecumenico Vaticano II, bussola che orienta nell’oggi la Chiesa verso un nuovo futuro in un tempo delicato in cui potrebbe apparire più facile cedere alla nostalgia di un ritorno al passato.
Gli arredi liturgici selezionati ed esposti (oltre 50 vasi sacri, soprattutto calici, ma anche cibori, ostensori e un ardito tabernacolo) rinviano a volti concreti e luoghi del nostro territorio, presbiteri e comunità, a una memoria viva che don Angelo Crivelli ha ricostruito con impegno di ricerca, sensibilità e passione. Opere create tra eleganza decorativa, abilità artigianale, sincerità e rispetto per i materiali, in una relazione rigorosa tra funzione e forma, nella ricerca della semplicità e nobiltà delle linee secondo gli intenti del movimento del Bauhaus fondato da Gropius agli inizi del ‘900 e dell’Art Déco in contrasto con la produzione di fabbrica in serie documentata a partire da fine Ottocento, ad esempio, dai cataloghi dei Fratelli Bertarelli di Milano.
Un folto gruppo di novelli sacerdoti ticinesi, già coinvolti in Seminario nel clima del rinnovamento liturgico alla vigilia del Concilio Vaticano II, si sono rivolti per il calice della loro Prima Messa sia alle botteghe a nord delle Alpi che a quelle della vicina Lombardia, confermando il ruolo di “terra di mezzo” del territorio ticinese. Il bacino di provenienza prevalente è quello tedesco – Svizzera tedesca e Germania – dove però emerge l’importanza dell’atelier zurighese di M. Burch-Korrodi; a seguire, gli atelier della Scuola Beato Angelico di Milano e dei tre artisti comaschi della Valmorea (Giudici, Ghielmetti e Sassi).
Nello spazio rude e nobile a un tempo della Sala del Torchio, dove venivano pigiate le uve dei vigneti del Capitolo della chiesa plebana di Balerna da cui fluiva il vino per la tavola umana e per quella eucaristica, sono esposti per la prima volta e risplendono di una luce particolare questi calici del tempo del Concilio Vaticano II, che hanno accolto il Sangue prezioso di Cristo “torchiato” sotto il torchio della Croce.
(testo di presentazione della mostra Con dignità e Bellezza. Il vento del Concilio Vaticano II sulla diocesi di Lugano)